Statuto

Il 13 gennaio 1984, presso il notaio di Brescia dott. Dario Ambrosini, il gruppo si costituiva in cooperativa sociale e assumeva il nome di Raphaël. Secondo lo statuto la Cooperativa non ha scopo di lucro, il suo fine è il perseguimento dell’interesse generale della comunità alla promozione umana e all’integrazione sociale dei cittadini. Si ispira ai principi che sono alla base del movimento cooperativo mondiale, che sono: “la mutualità, la solidarietà, la democraticità, l’impegno, l’equilibrio delle responsabilità rispetto ai ruoli, lo spirito comunitario, il legame con il territorio, un equilibrato rapporto con lo Stato e le istituzioni pubbliche” (art. 3). 

La Cooperativa intende realizzare “la gestione di servizi socio-sanitari-riabilitativi, orientati in via prioritaria, ma non esclusiva, ai bisogni delle persone malate di cancro, o anziane, o comunque giunte alla fase terminale della loro esistenza”. I servizi che la Cooperativa intende promuovere e gestire sono di carattere ambulatoriale, infermieristico, ospedaliero, editoriale, promozionale e quant’altro. Il paradigma di ogni servizio è la cura delle persone in difficoltà, la sensibilizzazione e l’educazione sanitaria, la stimolazione delle istituzioni all’impegno a favore delle persone deboli, svantaggiate, malate (art. 4).

Don Piero ebbe modo di motivare a fondo quegli impegni statutari. Eccone uno stralcio:
“Quali sono le convinzioni che muovono e devono muovere gli uomini e le donne di Raphaël, i loro amici e le loro amiche? Nell’enunciarle tengo presenti i qualificanti principi, a cui si è ispirata la legge 23 dicembre 1978 n. 833 sulla Istituzione del servizio sanitario nazionale.”
 

  1. “La salute, che è uno stato di completo benessere, fisico, mentale e sociale, e non semplicemente l’assenza di malattia o di infermità, è un fondamentale diritto dell’essere umano”. Raphaël intende lavorare, in collaborazione con le istituzioni pubbliche, per realizzare questo obiettivo, curando in particolar modo tutto ciò che riguarda le difficoltà nella salute provocate da forme neoplastiche.
     
  2.  “Ogni essere umano ha il diritto e il dovere di partecipare individualmente e collettivamente alla pianificazione e alla realizzazione dei servizi sanitari che gli sono destinati”. A questo riguardo le persone, cioè i cittadini italiani, possono sentirsi tranquilli (dopo aver pagato le loro tasse) di quel servizio che lo Stato e la Regione offrono. Raphaël sa che vi sono servizi che esigono spirito pionieristico, dedizione disinteressata e amore. E sa anche che tutto questo, nonostante la buona volontà degli Amministratori, lo Stato e la Regione non lo possono né pretendere, né comperare.
     
  3. Raphaël sa che quando una famiglia è colpita in un suo membro da malattia neoplastica è destinata se ha mezzi economici a peregrinare qua e là in cerca del nome illustre, se non ha mezzi economici ad accettare la sorte d’un ricovero in divisioni d’ospedale non ad hoc sorte. Che potrà attendersi la persona malata e bisognosa di cure appropriate?!